La storia
La storia dell’istituto “Figlie di Betlem”
L’Istituto “Figlie di Betlem” fondato da Virginia Besozzi è stato eretto in Congregazione Religiosa il 24 dicembre 1928 con decreto del cardinale di Milano Eugenio Tosi e il 17 giugno 1931 ottiene l’approvazione pontificia.
Il 16 marzo 1933 gli è riconosciuta la personalità giuridica, con sede in Milano.
Le Costituzioni dell’Istituto chiariscono il senso della nostra presenza e il nostro segno nella Chiesa. Da lei generate alla fede, alla luce radiosa del Crocifisso Risorto che ci riporta al Padre di tutti, viviamo di fede e, allineate al suo dono che è lo Spirito, siamo educate alla fede. Educate, per educare alla fede mediante il nostro operare caritativo-educativo.
Le Costituzioni sono state più volte riviste nel corso dei decenni. Le ultime sono state approvate nel 1987 e hanno integrato il carisma specifico della congregazione con gli insegnamenti del Concilio Vaticano II, del magistero postconciliare e del Codice di Diritto Canonico del 1983.
La fondatrice
Virginia Besozzi (1829-1888), nata in una nobile famiglia lombarda, sin da giovane vive la sua vita come un’unione amorosa con Dio, caratterizzata da senso ascetico che apre alla dedizione mistica. È molto attenta alla sua interiorità, nutrendola con la preghiera, la meditazione, il raccoglimento, la frequenza ai sacramenti e alla dottrina cristiana, le letture spirituali.
Nel 1864 avviene una svolta nella sua vita: va a vivere in quella che sarà chiamata “Casa San Giuseppe” nella quale può accogliere delle bimbe orfane di madre. Successivamente, su indicazione dei superiori, inizia a occuparsi delle ragazze tolte dalla strada e dopo poco tempo è necessario costruire una nuova casa e farsi aiutare da collaboratrici. La prima è Annetta Giudici (1829-1898), che l’accompagnerà anche nei momenti più difficili.
A Virginia è chiesto di ritirarsi dalla conduzione della “Casa di San Giuseppe” e inizia una nuova fase della sua vita: va a vivere in un piccolo alloggio con Annetta, in una situazione di estrema povertà, e poco alla volta a loro si uniscono altre giovani. Nel 1871 si costituisce la comunità religiosa, a cui verrà dato il nome di “Casa di Betlem” e che ha i suoi pilastri nella carità reciproca tra le sorelle, nell’educazione delle fanciulle, nell’assistenza ai poveri. A poco a poco la comunità crescerà, grazie anche alle donazioni di coloro che ammiravano la dedizione e la forza delle sorelle.
Lo stile di vita
Noi Figlie di Betlem cerchiamo di vivere l’evangelica via della piccolezza. Può sembrare qualcosa di incomprensibile nel nostro tempo, eppure è il nostro modo di testimoniare il mistero dell’incarnazione: del Dio che accetta di divenire neonato, dipendente in tutto, “infans”, che non sa parlare, Lui, che è la Parola.
Ma cosa vuol dire per delle donne adulte vivere il Vangelo “diventando come bambini”?
La risposta al come vivere la maturità della fede nello spirito dell’infanzia è data attraverso un’immagine che sa di avventura e di brivido: siamo in parete, abbiamo un baratro sotto di noi. Così commenta l’immagine il cardinal Carlo Maria Martini: la condizione del credente adulto è vivere in parete appogiandovisi, ma calcolare continuamente ciò che fa, cogliendo l’abisso che sta sotto di lui. Questo è il credente adulto, il quale si affida e continua a salire in parete, malgrado tutto, proprio perché misura completamente la realtà nella quale è immerso .
Riesce a salire in parete, che è la profondità della propria interiorità, se si apre «all’iniziativa di un Altro che mi si comunica» e a Lui si appoggia mano nella mano. Questa apertura e questo lasciarsi condurre gettano le basi per la risposta affermativa alla chiamata di fede e all’affidamento di sé a Dio. Nella relazione di comunione l’Amore purifica, plasma l’animo di chi è amato così che diviene umile, trasparente, semplice. Trasformato, si slancia con tutto se stesso verso la grandezza divina. Oppure andando oltre l’autosufficienza, si riconosce piccolo, ‘bambino’.
Un cammino educativo secolare:
La storia dell'Istituto Benedicta, dall’accoglienza alla continuità scolastica
Dalla Casa di Betlem, nello stesso anno della fondazione, nel 1871 vengono inviate a Gallarate tre suore, con l’incarico di prendersi cura dell’educazione morale e religiosa delle ragazze del luogo. Nel volgere di pochi anni le suore gestiscono un asilo con un centinaio di bambini e ricevono da parte del Comune l’affidamento anche dell’Asilo laico.
A partire dal 1941 le suore si trasferiscono nella sede di Via Locarno 9, dove inizialmente coesistono una casa di accoglienza per bambine orfane e, col passare degli anni, la scuola elementare che diviene paritaria nell’anno scolastico 2001-2002.
Nel 2000-2001 viene aperta la prima classe di scuola secondaria di 1° grado e, completato il ciclo, nel 2003 diventa paritaria anche la scuola media.
Dopo significativi lavori di ristrutturazione e di adeguamento funzionale, nell’area dell’ex casa di accoglienza, nel 2012/2013 apre la scuola dell’Infanzia Benedicta, paritaria a partire dal 2013, con annessa sezione primavera. Si rafforza così sempre di più l’aspetto unitario di un istituto scolastico che garantisce continuità verticale nella progettazione educativa dei tre gradi del percorso scolastico, in un ambiente unico dove le famiglie partecipano e collaborano attivamente con docenti e direzione.